Undressed by Moloko Blaze

Undressed by Moloko Blaze

autore:Moloko Blaze [Blaze, Moloko]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781980253105
Google: qlLFtgEACAAJ
Amazon: 1980253102
editore: Independently published
pubblicato: 2018-02-12T00:00:00+00:00


Atto Sesto

Lei è una di noi

«Stasera sei una visione, Charlie. James non riesce a toglierti gli occhi di dosso.»

Lo fissai stranita, prima di voltarmi verso il nostro tavolo, dove La Salle ci osservava in silenzio, tirando il fumo della sua sigaretta. Era vestito elegante, un completo blu con una camicia bianca che segnava la sua figura snella e compatta. Le gambe accavallate in modo sensuale. Non portava la cravatta. Non le portava mai.

Le mani di Robin mi strinsero in modo più possessivo, mentre mi guidavano in questa danza ciondolante in mezzo alla pista da ballo. La jazz band improvvisava note malinconiche e romantiche, abbandonando temporaneamente il ritmo swing dei brani che avevano accompagnato la nostra cena.

«Non mi toglie gli occhi di dosso perché sta pensando alla prossima bambola senza cervello che mi farà interpretare nei suoi quadri.»

«Non pensarlo nemmeno, non è questo che stiamo facendo.» Mi strattonò dalla vita, prima di farmi roteare da un lato, per poi riportarmi tra le sue braccia. Robin, al contrario di La Salle, odiava i completi eleganti, ma amava le camicie, e quella che aveva indosso gli stava benissimo. «Perché non vuoi guardare i nostri dipinti? Te ne accorgeresti anche tu di quanto ti sia fatta un’idea completamente sbagliata.»

«Non voglio conoscere la verità. James ha ragione quando dice che mi nascondo» ammisi, più a me stessa che a lui. «Ho nascosto il mio vero nome, le mie origini, il mio passato, il mio corpo, persino il mio cuore. Ma credimi, c’è una ragione per questo.»

«A tutto c’è una ragione, tesoro. Ma bisogna trovare una ragione più grande che ci faccia fare un cambiamento.» Mi fece roteare con un passo elegante, per poi farmi ritrovare con la schiena aderente al suo petto, le nostre braccia incrociate sul mio ventre. Con il mento mi indicò il nostro tavolo. James. James avrebbe dovuto essere la ragione che avrebbe portato a un mio cambiamento?

Con un’altra giravolta mi riportò nella posizione originale, di nuovo faccia a faccia con il buio rilucente dei suoi occhi.

Scoppiai a ridere, ma Robin dovette notare che il mio sguardo non fosse per nulla divertito.

«Non far finta di non avere un cuore. Non lo hai nascosto così bene come tutto il resto.» Cercai di divincolarmi, ma lui mi trattenne a sé.

«Charlie, dimmi solo una parola e io lascio la scena.»

«Di che stai parlando? Io non voglio nulla, soprattutto da lui.»

Sorrise, sornione. «Ne sei certa?»

Era solo una domanda, ma mi fece quasi pentire di aver accettato questo ballo. Non riuscii a rispondere, la musica terminò e io mi staccai dal mio amico come se la sua pelle mi avesse scottata. Applaudimmo, uno di fronte all’altro. Io con il volto in fiamme e gli occhi fuori dalle orbite, e lui con un sorriso sincero sulle labbra.

Tornammo dal nostro padrone, in silenzio. Eravamo seduti intorno a un tavolo rotondo, in una zona abbastanza appartata di un ristorante creolo, rinomato quanto nascosto ai turisti. Un posticino che non avevo mai visto, nonostante fosse a pochi isolati dalla scuola d’arte, in un vicoletto difficile da trovare.



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